La biblioteca diocesana di Biella conserva e mette a disposizione dei propri utenti un patrimonio antico e moderno di notevole entità.  Il patrimonio finora catalogato è di circa 98.000 monografie. Il fondo antico consta di oltre 20.000 volumi. Il fondo riviste conta più di 800 periodici antichi e moderni (35 testate in abbonamento).

Nel 1999 ha aderito al Servizio Bibliotecario Nazionale, rendendo così ricercabile il suo posseduto. Il catalogo è consultabile dalla pagina web dell’OPAC del polo piemontese  Librinlinea,  dal sito dell’ICCU nonché dal portale internet culturale e dal portale BEWEB

La biblioteca partecipa al Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo EDIT16, ed è ricercabile, quindi, anche nella base dati anagrafe biblioteche italiane curata dall’ ICCU(codice IT-BI0027).

E’ entrata a far parte del Sibep Sistema Biblioteche Ecclesiastiche Piemontesi punto di arrivo di un percorso articolato, le cui tappe sono state i molteplici incontri nel corso dei quali i responsabili delle Biblioteche Ecclesiastiche Piemontesi (BEP) si sono confrontati sul progetto di unirsi in un Sistema.

E’ presente un cospicuo fondo di storia locale che è stato disposto a scaffale aperto. L’ordinamento del fondo è sistematico, ed è stata adottata la classificazione decimale Dewey opportunamente adattata per la collezione locale. Tutti i volumi moderni di cui è presente più di una copia sono ammessi al prestito a domicilio.

Principali fondi librari antichi e moderni conservati presso la biblioteca.

Il primo nucleo librario, dal quale ha origine la biblioteca, è quello donato alla sua morte dal vescovo Giovan Battista Canaveri. La biblioteca ne conserva i quattro volumi del Breviarium romanum nonché un volume probabilmente scritto dallo stesso (Notizia compendiosa dei monasterj della trappa).

Il primo vero fondo documentato giunge in biblioteca nella seconda metà dell’Ottocento ed è quello donato da Giovanni Battista Ormezzano, collegiale del Santuario di Oropa. Si tratta di un cospicuo fondo di 97 opere, per un totale di 170 volumi. Del fondo si conserva presso l’archivio del Seminario il documento che ne testimonia il lascito e l’elenco dei libri donati.

La biblioteca conserva altresì il fondo librario lasciato dal vescovo Giovanni Pietro Losana alla sua morte avvenuta nel 1873. Prima di prendere possesso del vescovado di Biella, monsignor Losana ricoprì la carica di vicario apostolico di Aleppo e di delegato della Santa Sede al Monte Libano. A testimonianza della sua attività in Oriente, rimangono presso la biblioteca vari esemplari in lingua araba ed ebraica, alcuni dei quali manoscritti. Vi sono poi altri libri moderni tra i quali gli 89 volumi della Collectio Latinorum Scriptorum cum notis, la maggior parte dei quali reca note di possesso del Losana sulla coperta o sulle prime carte.

Nei primi anni del ‘900 giungono in biblioteca altri due importanti nuclei librari: il fondo Can. Pietro Norza e il fondo famiglia Bullio, mentre il fondo antico (ricco di ben 56 cinquecentine) appartenuto al teologo di Andorno Pietro Antonio Verona giungerà dalla Parrocchia di San Lorenzo d’Andorno negli anni ’80.

Tra i principali fondi moderni giunti negli anni ’90, sono da menzionare i fondi can. Carlo Tua, can. Giovanni Saino, can. Mario Trompetto, don Virgilio Crovella, vescovo Vittorio Piola, don Giuseppe Gillio, can. Ermen Polto, don Andrea Pasi, vescovo Massimo Giustetti, vescovo emerito Gabriele Mana.

Fondi aggregati

Fondi parrocchiali

La biblioteca ha in deposito numerosi fondi provenienti dalle parrocchie della diocesi. I fondi parrocchiali in quanto patrimonio delle rispettive parrocchie non sono ammessi al prestito, ma solo alla consultazione in sede.

Fondi fotografici

E’ confluito in Biblioteca diocesana il fondo fotografico che Don Delmo Lebole costituì per le sue ricerche sul Biellese e per la pubblicazione della Storia della Chiesa Biellese. Il fondo è in corso di digitalizzazione grazie ai fondi èer progetti MAB in seguito all’accordo tra CEP e Regione Piemonte, che ha permesso di digitalizzare oltre 3000 immagini. La digitalizzazione della restante parte dell’archivio fotografico costituito da oltre 20000 fotografie è in corso. Oltre 350 immagini digitali sono state riversate nell’applicativo CEI-F.